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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

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Tra due anni in tavola lo Champagne di Drenchia e Grimacco


 Nel giro di due anni entrerà in commercio il primo spumante made in Valli del Natisone. Il lotto numero zero di mille bottiglie sarà trasferito appena conclusi i lavori di ristrutturazione ed espletate le necessarie procedure burocratiche in una storica cantina a Drenchia Superiore. Si tratta infatti di spumante prodotto con il metodo classico, il più lungo e complesso, con ben tre anni di maturazione, ma anche quello di maggiore qualità. Lo stesso che caratterizza lo Champagne, per intenderci, rispetto a produzioni più veloci (appena un mese utilizzando grandi autoclavi per produrre le bollicine) realizzate col metodo “charmat”, come il Prosecco. Nel metodo classico, invece, il vino viene fatto rifermentare non in botti ma direttamente in bottiglia dando vita in modo naturale e senza alcuna forzatura alle classiche bollicine di anidride carbonica. Un procedimento complesso ma anche pieno di fascino nei suoi molteplici passaggi, capace di ottenere sfumature di gusto molto profonde e diversificate.

VERDUZZO FRIULANO




 𝐏𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐫𝐮𝐛𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐨𝐦𝐦𝐞𝐥𝐢𝐞𝐫 - 𝐕𝐞𝐫𝐝𝐮𝐳𝐳𝐨 𝐟𝐫𝐢𝐮𝐥𝐚𝐧𝐨

𝑑𝑖 𝑉𝑙𝑎𝑑𝑖𝑚𝑖𝑟𝑜 𝑇𝑢𝑙𝑖𝑠𝑠𝑜

C’è un vino che più di altri ha un legame con i ricordi dei giorni di festa in Friuli. Si tratta del verduzzo, a lungo prodotto importante in Friuli prima di diventare residuale.
Il Verduzzo arriva da un vitigno autoctono della nostra regione, in particolare della provincia di Udine dove si è maggiormente diffuso. È noto per la sua versatilità, che permette di dare origine a vini con caratteristiche molto diverse: dal secco all'amabile, fino al passito. È considerato uno dei vitigni più antichi del Friuli-Venezia Giulia, con testimonianze della sua presenza – come vino - che risalgono a diversi secoli fa. La coltivazione del verduzzo è quasi esclusivamente concentrata nelle zone collinari dei Colli Orientali del Friuli, dove viene vinificato anche con maturazioni tardive e appassimenti per la produzione in versione dolce.

L’uva è sensibile all'oidio e alla peronospora, richiede attenzioni nella gestione del vigneto e questo ha ridotto la voglia di coltivarlo. A limitarne la diffusione anche il disinteresse del mercato per i vini dolci e la competizione con il Picolit, l’altro prodotto ricco di zuccheri proposto in regione.

Oggi il vino che ho nel bicchiere mi aiuta a tornare con la memoria alle feste in famiglia dove il Verduzzo dolce era l’unico vino al quale potevano aspirare anche i bambini. Il nonno era il più generoso, ma oltre il sorso non si andava.

Ho davanti un Verduzzo passito 2021 che arriva dalle colline di Premariacco. Il colore ambrato e lucente è già testimone dell’importante presenza di zucchero. Il bicchiere sprigiona note di erbe aromatiche, note balsamiche, miele, fiore di tarassaco e zagara. Una ricchezza olfattiva che -senza annoiare - regala anche frutta tropicale come datteri e frutta secca. In bocca la presa tannica - che caratterizza le uve di verduzzo - fa buona guardia allo zucchero rendendo il sorso agile e lasciando la bocca pulita.
Si tratta di un vino da meditazione, ma che si abbina perfettamente a formaggi stagionati ed erborinati (come il Gorgonzola piccante o il Blu di capra), paté, fois gras, dolci a base di mandorle o frutta secca, cioccolato fondente. Un vero vino della festa

Minestra di brovada

 


Discovering Benečija

Fiorangelo Cernoia Buonasera.
Ecco di seguito la mia ricetta:
Ingredienti:
1kg di rape fermentate in salamoia ( brovada).
600 gr di fagioli secchi
4/5 patate
3/4 foglie di alloro
2 salsicce ( kranjska klobasa)che a casa mia ha sostituito l’ osso di maiale.
4 spicchi di aglio
Farina 0 o 00 qb
Sale e pepe: qb
Procedimento:
Cuocere in acqua i fagioli ( messi in ammollo la sera prima) con l’alloro.
A parte stufare in un po’ di olio la rapa acidulata con l’aglio e pepe.
Unire le parti aggiungendo le patate e altra acqua.
Cuocere circa 1 ora.
Regolare con sale.
A parte tostare la farina e creare una pastella aggiungendo acqua.
Incorporare la pastella alla minestra per renderla un pochino più densa.
Regolare la densità a piacere.
Variante: si può sostituire la farina di frumento con quella di mais..( sempre tostata)
Spero di non aver dimenticato nulla.
Buon appetito
da fb

LA POLENTA


  Un tempo i friulani venivano chiamati “polentoni” in senso di disprezzo.Una mia collega del meridione mi apostrofò cosi’Ogni regione ha le sue caratteristiche e cibi le dissi.

.Un tempo in Friuli mangiavano solo polenta e verdura dei campi,infatti la popolazione agreste era affetta dalla pellagra.L’alimentazione prevalentemente di mais degli inizi del secolo scorso, che vedeva come alimento base del popolo contadino la polenta di mais, era una delle principali responsabili della pellagra, a lungo endemica in Italia fin dai primi decenni del Settecento.Oggi la polenta è diventata un cibo per accompagnare intingoli di carne.E' diventato un cibo da ricchi

Polenta mia



Di Padre David Maria Turoldo

E finalmente la polenta
Tutto il paese, la sera, un dolcissimo odore di
Polenta appena rovesciata sul tagliere; ed era
Finalmente il richiamo per cui noi lasciavamo
di giocare a bandiera sulla piazza.
è la mamma non faceva più fatica a chiamarci
perché una voce, quella dell’appetito, ci portava
a casa tutti come rondoni.
polenta mia, quai se qualcuno parlerà male di te.
Io non ho mai conosciuto il pane: a casa il pane
lo mangiava soltanto chi si ammalava; ma era
un caso raro, e poi tanto poco da fare appena
una panà.
Ma la polenta! cosa nascondevi dentro la tua
sostanza per farci crescere tutti così grandi,
in fretta? tutti noi fratelli, alti come gambe
di granoturco, forti, instancabili più degli
altri (mai una malattia che ci abbia minati ); e,
ancora ragazzi, con il piccone, d’inverno,
a estirpare i ceppi perché il focolare fosse
sempre caldo .
Mattina, latte e polenta; mezzogiorno,
minestra e polenta; la sera, radicchio, lardo,
e ancora polenta . e, anzi, nei giorni duri,
di magra, io ricordo mio padre che tagliava
due fette dalla piccola montagna d’oro e me
ne metteva una per mano e mi diceva;
“ Ecco, una la chiamerai polenta e l’altra
formaggio”. e io che ci credevo; e addentavo
ora da una mano ora dall’altra, fingendo di
mangiare polenta e formaggio.
E gli amici, quelli delle poche famiglie ricche
del paese, mi prendevano in giro, m’insultavano,
io piangevo eppure non potevo pensar male della
polenta, non potevo dir male di mio padre.

padre Maria Turoldo

da polenta mia

La polenta un tempo cibo quotidiano molto povero,oggi è diventata una specialità



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