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Palazzo Belgrado (Udine) |
Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale del FVG, prevedendo la reintroduzione delle Province elettive, dopo che meno di dieci anni fa sono state abolite dal Consiglio regionale. A favore della proposta si sono espressi 85 senatori, 45 erano i contrari e 10 gli astenuti. “Si tratta di un ulteriore passo verso il ripristino della democrazia, restituendo ai cittadini il controllo, tramite il voto, sulla gestione di funzioni esercitate con risorse pubbliche a loro beneficio”, è stato esplicito l’assessore regionale Pierpaolo Roberti. Di parere contrario l’opposizione in Regione. “Le soluzioni ai problemi che affliggono gli enti locali non sono arrivate dalla Regione in questi anni e certo non arriveranno con la reintroduzione delle Province. Anzi, quello compiuto dal Senato è un passo indietro che non aiuterà i Comuni e invece sarà utile solo alla propaganda della destra. Una regione con 1,2 milioni di abitanti ha bisogno di un sistema snello basato su due livelli, Regione e Comuni, e non di nuovi livelli di governo elettivi”, ha affermato il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Diego Moretti.Discordanti le posizioni anche all’interno della comunità slovena nella nostra regione. Mentre gli sloveni nel PD sostengono la decisione dell’ex governatrice Debora Serracchiani, i rappresentanti dell’Unione slovena concordano con la proposta dell’attuale maggioranza in regione. Durante il dibattimento in aula, a nome del PD, ha parlato la senatrice slovena Tatjana Rojc che ha sottolineato come la soppressione delle Province nel Friuli Venezia Giulia va contestualizzata nel progetto di riforme dello Stato e dell’ordinamento di quasi dieci anni fa, e va intesa come volontà di riformare il Paese in modo serio il cui fine ultimo sarebbe stato quello di modernizzare l’Italia. Sarebbe più razionale e più utile ripensare l’organizzazione sotto la regia della Regione e in stretta collaborazione con i Comuni. “La regione – ha sostenuto Rojc – presenta territori che presentano delle specificità assai differenziate: comprendono aree montane, sempre più spopolate che hanno bisogno di collaborazione tra singole amministrazioni comunali, alcuni Comuni sono aree metropolitane, altri sono insediamenti costieri sottoposti a grandi flussi turistici. Poi ci sono i Comuni di confine con l’Austria e la Slovenia e Comuni dalla spiccata vocazione industriale, come quelli del Pordenonese e le aree pedemontane, tutti con esigenze specifiche e con la necessità di progettualità, guida e coordinamento integrati a livello regionale. La frammentazione è da troppo tempo un fattore di rallentamento della modernizzazione e dello sviluppo. Non sarà la reintroduzione delle Province a far funzionare meglio queste realtà.”
La rappresentante del PD ha posto particolare attenzione alla specialità della Regione FVG per la presenza storica della minoranza slovena autoctona e al giusto riconoscimento delle minoranze linguistiche friulana e germanofona: “Il dubbio che mi sfiora è di natura squisitamente politica e riguarda l’indebolimento di questa specialità, il cui esito sarebbe la riduzione progressiva del rilievo delle minoranze in un quadro di ‘normalizzazione’. Non posso evitare di riferirmi al fastidio con cui ancora oggi certe forze politiche di maggioranza guardano agli sloveni. E tornare alle Province come erano e dove erano non porta nulla alla tutela e alla valorizzazione delle minoranze.”
Il presidente dell’Unione slovena Damijan Terpin ha invece ringraziato il centrodestra “che ci restituisce le nostre Province”. Secondo l’esponente dell’US gli sviluppi in Italia e in regione indicano una coerente prosecuzione del nuovo percorso intrapreso dal governo di centrodestra di Giorgia Meloni nei rapporti con la minoranza slovena. Terpin è stato critico nei confronti della senatrice Rojc, che ha votato contro la reintroduzione delle Province, “obbedendo così alle indicazioni del PD, che si è schierato contro gli interessi degli sloveni in Italia”. Secondo il presidente dell’US a Roma e nel FVG si stanno verificando importanti cambiamenti politici nei rapporti con la minoranza slovena, dove “il centrodestra e il centrosinistra hanno chiaramente invertito i ruoli”. Il suo partito, secondo il presidente Terpin, continuerà a confrontarsi con tutti coloro che gli sono vicini e sono disposti a collaborare per il bene degli sloveni in Italia. Con questo spirito, sta ora partecipando al dibattito sulla futura portata e struttura delle nuove Province.
Soddisfazione per la scelta della maggioranza regionale è stata espressa pure dal consigliere regionale dell’Unione slovena Marko Pisani che ha ricordato che il suo partito, dieci anni fa, è stato l’unico a opporsi all’abolizione delle Province.
(r.p.) dal Novi Matajur