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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

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ÁLVARO VALVERDE : COSÌ

 


ÁLVARO VALVERDE

COSÌ

Così come nel fiume
si vedono
riflesse piante e alberi
e le sponde sembrano,
per simmetria, una
terra verde rovesciata,
la luce, la brezza, l'acqua,
nelle prime ore
di questa giornata di luglio,
danno l'idea
che la vita è Dolce,
serena, questo vivere
davanti al baratro.

(da La stanza dello scirocco, 2018)

Premio Hemingway - Lignano Sabbiadoro


 Si è da poco concluso l'ultimo incontro di questa edizione del Premio Hemingway 2025, in attesa della cerimonia di premiazione delle 20.30. La protagonista è stata Cecilia Sala, intervistata da Alberto Garlini., vincitrice per la sezione “Testimone del nostro tempo” per il coraggio con cui raccoglie e racconta storie da contesti difficili, spesso invisibili

🔥
La sua voce, come ha sottolineato Donatella Pasquin, dà spazio a chi non riesce a farsi sentire. Le sue storie sono notizie di prima mano, raccolte sul campo, che dal particolare ci aiutano a comprendere l'attualità 🌍
🔥 L’incendio (Mondadori) è un libro sui ventenni del mondo: giovani affamati di vita, che lottano per la libertà e per un futuro diverso. Ed è proprio ai giovani dell’Iran che Cecilia ha dedicato alcune delle riflessioni più intense: «Sono affamati di vita. In Iran, la maggior parte della popolazione è sotto i 30 anni. Non vanno d’accordo con la Repubblica Islamica. E nel 2022, quella voglia di ribaltare le cose è esplosa».
La rivoluzione politica non è arrivata – ha detto – ma quella culturale sì. «Nel mio ultimo viaggio, a dicembre, l’impatto visivo nelle città era completamente diverso. Quelle che portavano il velo solo per paura hanno smesso. E sono troppe perché possano arrestarle tutte» ✊
E ancora: «L’Iran è una società molto più complessa di come ce la immaginiamo. Le donne guidano aerei, studiano, lavorano. Non si sono occidentalizzate: sono ciò che sono per la loro storia». L’Iran affonda infatti le sue radici nell’antica civiltà persiana, che fu per secoli un centro avanzatissimo di cultura, scienza e arte, influenzando il mondo islamico e oltre. Questa complessità culturale e storica convive oggi con le contraddizioni di un regime autoritario, rendendo ancora più evidente il contrasto tra passato e presente.
Sala ha parlato anche di noi, dell’Europa. Di come, agli occhi di molti che incontra nei suoi viaggi, sembriamo “pezzi da museo”: «Viviamo nel luogo più ricco e sicuro del mondo. Da noi la storia sembra finita, nonostante anche noi abbiamo i nostri problemi. Ma per chi non ha ancora conquistato la libertà, ogni giorno è una domanda su quanto valga davvero la propria vita» ✊
Per Cecilia, il punto è tutto qui: «Le persone che intervisto non mi devono nulla. Quando scelgono di raccontarti la loro storia, ti stanno facendo un regalo. E io ho la responsabilità di proteggerle. Non ho mai evitato una storia perché troppo dura. più è forte una storia, più il linguaggio deve essere delicato, e mai sensazionalista».

IL MOMENTO PIU' BELLO DELL' ESTATE

 

W. D. WARD, "CASA DI CAMPAGNA"


Fresche sere d’estate.
Le finestre aperte.
Le luci accese.
La fruttiera colma.
E il tuo capo sulla mia spalla.
Questi sono i momenti più felici della giornata.

Insieme alle prime ore del mattino,
naturalmente. E quegli attimi
subito prima di pranzo.
E il pomeriggio e
le prime ore della sera.
Ma davvero adoro

queste serate estive.
Ancor più, mi sa,
di quegli altri momenti.
Il lavoro quotidiano finito.
E nessuno più che ci disturbi, adesso.
Né mai.

(da Blu oltremare, 1986 – Traduzione di R. Duranti e F. Durante)

.

Alle 4.42 di questa mattina, con il solstizio, è iniziata l'estate astronomica. Belle serate, come quelle che con il suo consueto minimalismo dice di amare il poeta statunitense Raymond Carver, ma anche belle mattine e bei crepuscoli, favoriti dalla grande abbondanza di luce. Eppure, non tutti la pensano così: Jane Austen, ad esempio, che in una lettera del 1796 scrisse "Che caldo terribile soffriamo! Mi tiene in un perpetuo stato di volgarità".

poesia di Raymond Carver

https://cantosirene.blogspot.com/2025/

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Il gelato

 


Di crema, di limone o di vaniglia,

il gelato, che meraviglia!

In vetta al delicato
cono vede il bambino
dapprima un iridato
massiccio alpino:
e la panna è la neve del Cervino,
la fragola, tra burroni di cioccolato,
è il Monte Rosa, certo.

Poi le dentate scintillanti vette
si sciolgono in delizia, non sono più
che lisce collinette
o le dune ondulate d’un deserto…

E anche il deserto te lo mangi tu
scoprendo che la sabbia, o meraviglia,
è di crema e limone, e di vaniglia.

Gianni Rodari

dal web

 

MOMENTO

 

VANESSA BELL, "LA GABBIA"

.


Gli uccelli alla finestra, le persiane

socchiuse: un’aria d’infanzia e d’estate
che mi consola. Veramente ho gli anni
che so di avere? O solo dieci? A cosa
mai mi ha servito l’esperienza? A vivere
pago a piccole cose onde vivevo
inquieto un tempo.

(da Uccelli,  Edizioni dello Zibaldone, 1950)

fonte Il canto delle sirene

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Una poesia matura di Umberto Saba,  qui già oltre i sessant'anni: guarda dalla finestra il giorno d'estate e si rende conto che gli anni trascorsi sono stati alla fine fonte di esperienza, capaci di acquietare quella che un tempo era inquietudine, di saper cogliere la felicità delle piccolezze quotidiane.

Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.


Giugno

 


Giugno di Giosuè Carducci


É il mese dei prati erbosi e delle rose;
il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
fiammanti e la sera mille e mille lucciole
scintillano fra le spighe.
Il campo di grano ondeggia al passare
del vento: sembra un mare d’oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

RETRO DELLA NOIA

FOTOGRAFIA © NEIL MORRELL/PIXABAY

.

 E poi fu il mondo. Quanto sembrava grande.

Al limite dell'estate, quanto era dolce
il tempo che si apriva, la luce che non declinava.

Tra la pineta e il fiume si estendevano gli orti:
le piccole distese di campi di mais e fagioli
brillavano insieme sotto l'oro di giugno.

Inventare cose ogni giorno, impregnarsi
di sole, cercare i nomi del grillo e della sabbia,
del finocchio profumato, del granchio, del quarzo.

E il ritorno: la sera ci riportava al sonno
per strade di polvere e scorie frantumate,
docile alle voci vicine della stanchezza.

Ma ti ho sentito. Tu sei venuto con me,
Angelo della noia, fratello, che proietti la tua ombra
sopra le more, la tua ombra abominevole.

(da Diario di un poeta appena stancatosi, 1985)

Jon Juaristi

dal canto delle sirene

poesia

 


“Prato d’aprile” di Ada Negri

C’era un prato: con folte erbe, frammiste
a bianchi fiori, e gialli, e violetti;
e fra esse un brusio di mille piccole
vite felici; e se sull’erbe e i fiori
spirava il vento, con piegar di steli
tutto il prato nel sol trascolorava.

E volavan farfalle, uguali a petali
sciolti dai gambi; e si perdean rapidi
i miei pensieri in quell’aerea danza
ove l’ala era il fiore e il fiore l’ala.

Ma dov’era quel prato? Non so più.
E quel vento soave, che scendea
sull’erbe folte, a renderle
curve e beate, e me con loro, in quale

PER FARE UN PRATO

 

immagine fatta con AI

Un trifoglio, un’ape e un sogno


EMILY DICKINSON

PER FARE UN PRATO

Per fare un prato bastano
un trifoglio, un'ape,
un trifoglio, un'ape
e un sogno.

Può bastare il sogno
se le api sono poche.

(da Poesie, 1896)

.

Un trifoglio e un'ape e un sogno: un prato del New England è bell'e servito da Emily Dickinson. Certo, i primi due elementi sono di facile reperibilità in natura, e sono il segreto del ciclo vitale con l'impollinazione - una collaborazione che è il perno dell'ecosistema. Il terzo elemento, il sogno, la capacità visionaria, l'immaginazione, sono ciò che consente alla fantasia di volare e di cogliere il lato poetico, letterariamente romantico.

DA "IL CANTO DELLE SIRENE"

.


DEDICATA A TUTTI I PAPA'

  

fatta con IA

Un padre

Un padre è qualcuno che ti prende in braccio e ti insegna a ridere.
Qualcuno che quando chiudi gli occhi puoi sentire il suo cuore battere nel tuo.
Qualcuno che con la sua mano grande come il cielo ti indica la strada.
Qualcuno che, basta un soffio appena nei polmoni, per toglierti ogni paura.
Che grande forza che ha un padre.

Fabrizio Caramagna

AMO LE DONNE

 

Alla bellezza dei miei sogni


HERMANN HESSE

AMO LE DONNE

Amo le donne che mille anni fa
erano cantate e amate dai poeti.

Amo le città, che ormai deserte dentro le mura
piangono stirpi reali di tempi antichi.

Amo le città che sorgeranno
quando nessuno dell'oggi sarà più al mondo.

Amo le donne – splendide, slanciate,
che stanno, non nate, nel grembo degli anni.

Con la loro pallida bellezza siderale
somiglieranno un giorno alla bellezza dei miei sogni.

1901

(da Poesie d'amore e altre poesie, Mondadori, 2020 - Traduzione di Anna Ruchat)

.

"Amo le donne" dichiara il celebre poeta e scrittore tedesco Hermann Hesse. In realtà le donne nelle sue opere sono, come rileva Bruna Bianchi, "evanescenti, indifferenziate, anodine", sfumano nell'anonimato, nell'indistinto, assumono valenze simboliche diventando "una per tutte". Succede anche qui, dove diventano emblema di un tempo passato e di un tempo futuro, splendidamente immerse nel sogno poetico.

.


LOUISE-CATHERINE BRESLAU, "LA TOILETTE"

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fonte:Il canto delle sirene

Hermann Hesse è stato uno scrittore, poeta e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. La sua produzione, in versi e in prosa, è vastissima e consta di quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti. Wikipedia
Nascita: 2 luglio 1877, Calw, Germania
Morte: 9 agosto 1962, Montagnola, Collina d'Oro, Svizzera

POESIA DI KAREL DESTOVNIK KAJUH

 


Il 22 febbraio 1944 veniva ucciso, a soli 22 anni, mentre combatteva per il proprio paese, il poeta, scrittore e traduttore KAREL DESTOVNIK - Kajuh. Eroe nazionale sloveno.

Abbiamo tradotto, insieme, una delle sue poesie più belle. Gianni Marizza l'ha tradotta in friulano.
DOVE SEI, MADRE
Sai, mamma, vorrei scriverti una lettera,
vorrei inviarti un saluto almeno.
E' da molto che più non siamo insieme ,
poterti dire solo questo,
che sto bene.
Dove ti posso scrivere? Sei rimasta a casa?
Io sono fortunato, sono sfuggito loro;
ma a te, cos'è accaduto,
dove ti hanno cacciata,
forse la fame, in Slesia ti ha consumata?
Ovunque tu sei, là son io con te,
ovunque, con te, il mio saluto,
e dove io sono, tu sei con me,
perciò non pensare che sia rimasto solo.
Forse, mai più ci guarderemo in volto,
ma di te non mi scorderò mai.
Vorrei non si spegnesse la mia voce,
prima di poterti dire : mamma, questo mondo è anche per te.
🌿
Kje si, mati?
Veš, mama, rad bi ti napisal pismo,
poslal bi rad vsaj kak pozdrav.
Že dolgo je, odkar več skupaj nismo,
da bi le to lahko ti rekel, da sem zdrav.
A kam naj napišem? Ste doma ostali?
Jaz sem še srečen, ker sem jim ušel;
le kaj s teboj je, so te kam pregnali,
te v Šleziji morda je glad izžel?
Kjer koli si, povsod sem jaz s teboj,
povsod je s tabo moj pozdrav,
in kjer sem jaz, si tudi ti z menoj,
zato ne misli, da sem sam ostal.
Morda nikoli več ne bova zrla si v obraz,
vendar nikdar ne bom pozabil nate.
A želel bi, da ne utihne prej mi glas,
dokler ti ne porečem: Glej, ta svet je tudi zate!
🌿
DULA' SESTU, MARI?
Sastu, mama, jò uarès scrìviti una lètara,
uarès mandàti almancul cualchi salût.
A lè tant timp che no stìn plui insieme,
uarès dìti che stoi ben.
Ma indulà ti podi scrivi? Sesu ancjamò a cjasa?
Jò soi ancjamò content, parsè che soi s'cjampât via di lôr;
Ma cun te semùt lè? A ti àn partada di cualchi banda,
forsit che tu patìsis la fan in ta Slesia?
Par dut che sestu tu, jò soi cun te,
par dut, cun te lè il me salût,
e dulà che soi jò, ancja tu tu ses cun me,
e alora no tu dèvis pensà che soi restât di besôl.
Ancja se no si viodarìn mai plui in tai voi,
jò no podarài mai dismenteàti.
Jò uarès che la me vôs no tasi,
prima di diti: viôt, chist mont al lè ancja tò.
Traduzione dallo sloveno al friulano, di Gianni Marizza
da fb
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POESIE di Marzo

 

FOTOGRAFIA © MANULISCIOUS/PIXABAY


MARZO

Con occhi vecchi e saggi
allegri e saggi
guardo alla vita
ai bei sette colori
dell’aria, alberi effusi
e l’innocenza tutta in fiori aperta
della prima erba.
Il cielo si socchiude
il vento strappa a latrati le nubi.
Lunga fu la pazienza dell’inverno,
ma oggi è un sorso di felicità.

(da Poesie per un passante, Mondadori, 1978)

DARIA MENICANTI

Piove

 


Piove da un’ora soltanto               da pinterest

ma il bambino pensa che già
piova da tanto, da tanto
sopra la grande città.

Piove sui tetti e sui muri
piove sul lungo viale
piove sugli alberi oscuri
con ritmo triste e uguale.

Piove: e lo scroscio si sente
giungere dalle vetrate
che versan lacrime lente
come fanciulle imbronciate.

Piove laggiù sulla via
e in ogni casa già invade
l’intima malinconia
di quella pioggia che cade.

Ada Negri

Oggi ha povuto tutto il giorno,è stata uggiosa,spero che domani il tempo sia migliore!

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