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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

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Oggi Mattarella a Gorizia

 


«La storia non si cancella, possiamo coltivarla con rancore, oppure farne patrimonio comune nel ricordo». Così disse il presidente Sergio Mattarella, il 13 luglio 2020, dopo essersi preso per mano con Borut Pahor, allora presidente della Slovenia, davanti alla Foiba di Basovizza. Ovviamente il Capo di Stato italiano disse, in quella storica giornata, che sceglieva questa seconda strada. «Oggi abbiamo allineato tutte le stelle», commentò Pahor, di rimando. Un gesto storico, iconico.

Nel 2021 sempre a Gorizia

Mattarella e Pahor (che oggi non è più al vertice del vicino Stato) si sono di nuovo incontrati a Gorizia e Nova Gorica nel 2021 per la celebrazione della designazione congiunta delle due città quali Capitale Europea della Cultura 2025. Sottolinearono, in quella circostanza, che il confine da elemento di divisione si era trasformato in punto di raccordo e collaborazione, capace di generare nuove idee e di favorire la crescita comune. Si sono rivisti di recente, sempre a Gorizia, per l’avvio di “Go!2025”. «Questo esprime il grande valore storico dell’Unione Europea – ha detto Mattarella in quella occasione –: una cultura con tante preziose peculiarità nazionali, con più lingue, ma comune quella che, insieme, quest’anno le due città celebreranno».

Laurea Honoris Causa

Poco meno di un anno fa, all’Università di Trieste, i due presidenti ricevettero la Laurea Magistrale honoris causa in Giurisprudenza. A motivare il doppio conferimento veniva indicata la politica di riconciliazione da loro perseguita. Questa la motivazione: «Sergio Mattarella e Borut Pahor hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli. Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche».

Di nuovo insieme a Gorizia

Bene, Mattarella e Pahor sono attesi a Gorizia sabato 15 marzo per ritirare il 25° Premio Ss. Ilario e Taziano-Città di Gorizia. Riceveranno il riconoscimento all’Auditorium della Cultura Friulana, alle 11.30, al termine della solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, in Duomo alle 9.30. La consegna in Auditorium sarà corredata dall’esibizione dei ragazzi delle scuole Locchi e Trinko, che canteranno gli inni.

Il Premio Patroni

Per l’edizione 2025 la Commissione valutatrice, già nel 2023, aveva individuato all’unanimità i due presidenti, per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e di Nova Gorica, soprattutto nel contesto di “Go!2025”. Nell’anno della Capitale europea della cultura il Premio, assegnato ogni anno in occasione del 16 marzo, giorno in cui si celebrano i patroni della città, assume quindi un significato più profondo che mai.

«Poter contare sulla presenza del presidente Mattarella e del presidente emerito Pahor è il massimo riconoscimento del lavoro che stiamo portando avanti con la Capitale europea della Cultura – ha spiegato il sindaco Rodolfo Ziberna –. Il loro gesto di tenersi mano nella mano ha avuto un significato ben preciso, che risponde perfettamente allo spirito di “Go! 2025”: la storia va insegnata, siamo uniti nella sofferenza e nel dolore, ma dobbiamo andare avanti».

«C’è un percorso storico e istituzionale che ci ha portati a oggi, ma una vera riconciliazione può avvenire solo se ci sono amicizia e relazioni umane», ha puntualizzato il decano don Nicola Ban.
Il Premio Patroni, che dal 2007 è rappresentato da un’opera raffigurante in forma stilizzata Ilario Vescovo e Taziano Diacono Martiri, viene assegnato a persona, ente, associazione o società comunque denominata non aventi finalità di lucro o finalità politiche che, attraverso la propria opera o attività nel campo civile, economico, culturale, artistico, religioso o sociale, abbia onorato e fatto conoscere e apprezzare il nome di Gorizia in Italia e all’estero.

Europa da ripensare

Intanto, l’Europa attraversa un momento geopolitico molto delicato. Come scriviamo in altra parte del giornale, si parla di riarmamento. Mattarella e Pahor verranno a Gorizia per raccomandare prudenza, proprio su questo confine che ricorda immani tragedie.

«In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione». ha detto il presidente Mattarella lo scorso 8 febbraio, inaugurando “Go!2025” –. Nella tragedia della Seconda guerra mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato: “Non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli”. Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del Dopoguerra per scriverne una nuova, e nulla può far tornare indietro la storia che Italia e Slovenia hanno scritto e scrivono insieme».

da Vita Cattolica

Ed ha significativamente aggiunto: «Lavorando fianco a fianco nelle istituzioni europee si è consolidata la fiducia reciproca e vi è maturato un senso di appartenenza e di ulteriore identità: la comune identità europea. Le differenze, le incomprensioni, hanno lasciato il posto a fattori che uniscono».

F.D.M.

14 marzo giornata internazionale del pi greco

Larry Shaw, l'ideatore della festivitĂ , ritratto con alcune torte preparate per l'occasione

 Il giorno del pi greco (in inglese Pi day) è una ricorrenza dedicata alla costante matematica pi greco, festeggiata solitamente il 14 marzo.

Giorno del pi greco


Il giorno dedicato al pi greco è il 14 marzo: la scelta è ispirata dal formato della data mese-giorno, in uso negli Stati Uniti, in base al quale si indica prima il mese (3) e poi il giorno (14), ottenendo così il numero "3,14", grafia che indica l'approssimazione ai centesimi di pi greco. Inoltre alcuni celebrano la ricorrenza dalle ore 15, in modo da adeguarsi all'approssimazione 3,1415.

da wikipedia

torta dedicata al pi greco


Citazione di Tolstoj


 Il sentimento di patriottismo è, ai nostri tempi, innaturale, irrazionale e dannoso, mentre la causa di gran parte dei mali che l'umanitĂ  soffre e che, quindi, questo sentimento non dovrebbe essere coltivato, come attualmente succede, ma al contrario, di essere represso e sradicato con tutti i mezzi disponibili per gli uomini razionali.

(Leon Tolstoj, 1894)

Mio nonno


Mio
nonno

Io ho conosciuto solo il mio nonno materno,si chiamava Jože (Giuseppe) e viveva a Lubiana in Slovenia.Ogni volta quando andavo a trovarlo aveva qualche sorpresa per me.Andava a caccia ,era un accanito fungaiolo,aggiustava orologi.D'inverno al mattino si alzava presto ,accendeva la cucina economica e scaldava la cucina.Ricordo quel bel tepore!!!Raccontava sempre storie vere di guerra,aveva combattuto sul Carso sotto l'esercito austriaco.Mi piacevano le sue favole di animali selvatici che mi raccontava .Aveva avuto 4 figli,ma 2 erano morti in guerra e non li ho mai conosciuti.Rimase vedovo molto presto,la nonna morì a 42 anni.Mia madre allora aveva 18 anni ed essendo la più grande fece loro da mamma.Caro nonno mi hai lasciato dei bellissimi ricordi.

I nostri ragazzi


 

Pordenone è la Capitale della Cultura 2027

POESIA DI KAREL DESTOVNIK KAJUH

 


Il 22 febbraio 1944 veniva ucciso, a soli 22 anni, mentre combatteva per il proprio paese, il poeta, scrittore e traduttore KAREL DESTOVNIK - Kajuh. Eroe nazionale sloveno.

Abbiamo tradotto, insieme, una delle sue poesie piĂą belle. Gianni Marizza l'ha tradotta in friulano.
DOVE SEI, MADRE
Sai, mamma, vorrei scriverti una lettera,
vorrei inviarti un saluto almeno.
E' da molto che piĂą non siamo insieme ,
poterti dire solo questo,
che sto bene.
Dove ti posso scrivere? Sei rimasta a casa?
Io sono fortunato, sono sfuggito loro;
ma a te, cos'è accaduto,
dove ti hanno cacciata,
forse la fame, in Slesia ti ha consumata?
Ovunque tu sei, lĂ  son io con te,
ovunque, con te, il mio saluto,
e dove io sono, tu sei con me,
perciò non pensare che sia rimasto solo.
Forse, mai piĂą ci guarderemo in volto,
ma di te non mi scorderò mai.
Vorrei non si spegnesse la mia voce,
prima di poterti dire : mamma, questo mondo è anche per te.
🌿
Kje si, mati?
Veš, mama, rad bi ti napisal pismo,
poslal bi rad vsaj kak pozdrav.
Že dolgo je, odkar več skupaj nismo,
da bi le to lahko ti rekel, da sem zdrav.
A kam naj napišem? Ste doma ostali?
Jaz sem še srečen, ker sem jim ušel;
le kaj s teboj je, so te kam pregnali,
te v Ĺ leziji morda je glad izĹľel?
Kjer koli si, povsod sem jaz s teboj,
povsod je s tabo moj pozdrav,
in kjer sem jaz, si tudi ti z menoj,
zato ne misli, da sem sam ostal.
Morda nikoli veÄŤ ne bova zrla si v obraz,
vendar nikdar ne bom pozabil nate.
A Ĺľelel bi, da ne utihne prej mi glas,
dokler ti ne poreÄŤem: Glej, ta svet je tudi zate!
🌿
DULA' SESTU, MARI?
Sastu, mama, jò uarès scrìviti una lètara,
uarès mandàti almancul cualchi salût.
A lè tant timp che no stìn plui insieme,
uarès dìti che stoi ben.
Ma indulà ti podi scrivi? Sesu ancjamò a cjasa?
Jò soi ancjamò content, parsè che soi s'cjampât via di lôr;
Ma cun te semùt lè? A ti àn partada di cualchi banda,
forsit che tu patìsis la fan in ta Slesia?
Par dut che sestu tu, jò soi cun te,
par dut, cun te lè il me salût,
e dulà che soi jò, ancja tu tu ses cun me,
e alora no tu dèvis pensà che soi restât di besôl.
Ancja se no si viodarìn mai plui in tai voi,
jò no podarài mai dismenteàti.
Jò uarès che la me vôs no tasi,
prima di diti: viôt, chist mont al lè ancja tò.
Traduzione dallo sloveno al friulano, di Gianni Marizza
da fb
Tutte le reazioni:
Tu e altri 50

Cammino delle 44 Chiesette votive delle Valli del Natisone

Proverbi di marzo


 L’aiar di marz al nete il bearz

Il vento di marzo pulisce il cortile

Donna importante per la Slavia friulana (Benecia)


 Otto marzo festa delle donne non posso non ricordare JoĹľica MiklavÄŤiÄŤ Tedoldi non perchè era mia madre,ma per la grandissima opera che ha fatto per la Benecia.Insieme a mio padre Vojmir Tedoldi istituì il primo giornale sloveno della minoranza slovena della provincia di Udine.Lottò contro i contrasti degli antisloveni in provincia di Udine.Fu una vita difficile per tutta le famiglia,io ero additata ed emarginata perchè ero chiamata "SLAVA" .Immaginate voi che infanzia ho avuto,ancora oggi ne porto le conseguenze.Ringrazio mia madre per l'educazione che mi ha dato;onestĂ ,rispetto,umiltĂ .

Draga mama kako mi mankaš!!!

Cara mamma quanto mi manchi!!!

JoĹľica MiklavÄŤiÄŤ (Lubiana20 giugno 1921 â€“ Udine30 novembre 1977) è stata una giornalista italiana, di origine slovena.

Di professione insegnante, ai tempi dell'occupazione italiana di Lubiana conobbe il militare italiano Vojmir (Guerrino) Tedoldi, con il quale si sposò nel 1943. Trasferitasi in Italia con il marito, dopo la Liberazione svolse importanti funzioni nelle organizzazioni slovene di allora delle Valli del Natisone, in particolare nella DemokratiÄŤna Fronta Slovencev (Fronte Democratico degli Sloveni). Dal 1948 iniziò a collaborare con la stampa, dapprima con la SoÄŤa e successivamente con il quotidiano di Trieste Primorski dnevnik. In quegli anni si impegnò anche con la Dijaška Matica, organizzazione a favore dei bambini della Slavia Friulana che frequentavano le scuole con lingua d'insegnamento slovena a Trieste e a Gorizia. Nel 1950 fu tra i promotori del giornale Matajur, di cui divenne direttore responsabile suo marito e al quale fece da braccio destro, in quanto essendo autodidatta egli non parlava fluentemente la lingua slovena. Il primo numero del giornale uscì il 3 ottobre del 1950, stampato a Gorizia presso la tipografia LukeĹľiÄŤ, dove JoĹľica si recava con il treno per la correzione delle bozze. Il Matajur a quel tempo non aveva corrispondenti, e così Vojmir e JoĹľica percorrevano la Slavia Friulana a cercare notizie e reportage. Redasse il Matajur fino al 1973, quando la testata venne cambiata in Novi Matajur e cambiarono sia l'editore che il direttore. Continuò a collaborare con il Novi Matajur per molti anni, fino alla morte. Con la collaborazione di Tedoldi e JoĹľica MiklavÄŤiÄŤ venne costituito nel 1955, nel primo anniversario della morte del sacerdote Ivan Trinko, il Circolo Culturale Ivan Trinko a Udine, di cui JoĹľica fu responsabile fino al trasferimento del circolo a Cividale del Friuli.

wikipedia

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