Dopo una notte insonne e sudata vi auguro una
buona giornata OLGA
Più esposte ai pericoli del caldo sono le persone anziane, in particolare se soffrono di malattie cardiovascolari o respiratorie croniche, ipertensione, insufficienza renale cronica e malattie neurologiche, e quelle non autosufficienti, poiché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi.
Particolare attenzione va rivolta ai neonati e ai bambini: per la ridotta superficie corporea e la mancanza di una completa autosufficienza, possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e a una disidratazione.
Sono soggetti vulnerabili anche le persone ipertese e i cardiopatici, ma anche molte persone sane.
Il primo numero di giugno del quindicinale Dom mette in primo piano come le amministrazioni locali della Benecia patiscano la mancanza di risorse per la polizia locale. Con l’ottica di garantire migliori servizi a cittadini e imprese, la razionalizzazione degli uffici comunali figura da tempo tra le priorità delle Valli. Alla Comunità di montagna del Natisone e Torre il testo per la gestione della Polizia locale attraverso una convenzione con quella della Comunità del Friuli orientale è già pronto e vi aderirebbero diversi Comuni. Drenchia/Dreka e Stregna/Sriednje stanno ancora valutando la questione, mentre Taipana/Tipana, Tarcento e Magnano in Riviera non intendono aderire. Tutte le altre amministrazioni comunali dovranno in ogni caso superare l’ostacolo rappresentato dalle risorse necessarie a realizzare il progetto, che dei piccoli comuni montani non possono garantire dai propri bilanci. La Regione Friuli-Venezia Giulia prevede di destinare a questo capitolo tre milioni di euro, ma queste risorse non possono fluire nelle casse dei singoli municipi.
dal Dom
La giornata è stata proclamata il 30 gennaio del 1995, dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite mediante la risoluzione A/RES/49/115.
Dopo il caldo dei giorni scorsi, con temperature che ieri hanno superato la media del periodo anche di 7-8 gradi, l’arrivo di aria fresca sulla nostra regione ha portato precipitazioni diffuse, con anche nubifragi e grandinate in Friuli
da il friuli.it
il gelato, che meraviglia!
In vetta al delicato
cono vede il bambino
dapprima un iridato
massiccio alpino:
e la panna è la neve del Cervino,
la fragola, tra burroni di cioccolato,
è il Monte Rosa, certo.
Poi le dentate scintillanti vette
si sciolgono in delizia, non sono più
che lisce collinette
o le dune ondulate d’un deserto…
E anche il deserto te lo mangi tu
scoprendo che la sabbia, o meraviglia,
è di crema e limone, e di vaniglia.
Gianni Rodari
dal web
«Il progetto nasce in parte dalla mia storia familiare, rappresentata da due splendide cantine, quella del ramo paterno a Drenchia Superiore e quella del ramo materno a Canalaz di Grimacco, e in parte dalla mia formazione che ha spaziato dalla laurea in Economia fino a raggiungere, per passione, il più alto grado di competenza come Sommelier. Ma più di tutto ciò che mi spinge è la volontà di fare qualcosa di bello e importante per la mia terra, che possa generare altre sinergie positive di rinascita ed essere fonte di coraggio e di speranza per il futuro», spiega Massimiliano Zufferli, 35 anni, residente a San Pietro al Natisone, il giovane imprenditore con le radici ben piantate tra il Kolovrat e la Valle del Cosizza che sta dando vita a questa innovativa e visionaria start up. Il suo business plan è stato vagliato anche dall’Università di Udine, diventando la tesi di laurea che giovedì, 22 maggio, ha portato Zufferli a conseguire il master di primo livello in «Innovazione dei sistemi agrosilvopastorali della montagna».
Il coinvolgimento del territorio non sarà, ovviamente, sul versante della produzione delle uve e dei mosti. Le Valli del Natisone, infatti, pur essendo contigue a zone importanti e rinomate di produzione vitivinicola come i Colli Orientali e il Collio, per motivi climatici, geografici e morfologici non sono terra di vigneti, anche se, evidenzia Zufferli, «le vigne hanno sempre fatto parte dell’economia di autoconsumo della nostra gente. Erano prevalentemente vitigni di Americano, ma anche di Ribolla e di altre specie autoctone, di cui oggi rimangono ben poche tracce – spiega l’imprenditore –. Se ne ricavava un vino molto tannico, secco e astringente al palato, che ben pochi oggi riuscirebbero a bere ma che faceva saldamente parte dell’alimentazione dei nostri avi».Per questo progetto, invece, le uve e i mosti verranno da tre vigneti autoctoni e caratteristici della fascia confinaria tra Italia e Slovenia, dalla Benecia al Carso. Vini con una spiccata acidità, come quelli che vengono utilizzati per produrre il migliore Champagne metodo classico ma con un proprio carattere originale che consentirà di ottenere un prodotto totalmente diverso da quello francese, come il Refosco di Faedis e lo Schioppettino di Prepotto, fino a scendere al Terrano del Carso triestino e goriziano. Zufferli è convinto che l’affinamento e la maturazione delle bottiglie nelle tradizionali cantine delle Valli del Natisone, alcune delle quali sono veri capolavori dell’architettura rurale sia dal punto di vista visivo che della funzionalità e della conservazione alimentare, possano dare al prodotto un carattere particolare nel gusto. «Non ci sono grandi evidenze scientifiche da questo punto di vista perché pochi hanno investito per affinare vino in zone montane col metodo classico e per studiarne i risultati – evidenzia Zufferli –. Mi ha stimolato la lontana eco di una storia familiare. Ricordo che, quando ero bambino, alcuni parenti ci regalavano delle bottiglie di vino autoprodotte da loro in pianura. Mio nonno si accorse, assaggiando il vino dopo che era rimasto a lungo nelle cantine delle Valli, che il gusto era molto migliorato ed evoluto. Di qui l’intuizione che condizioni climatiche e fisiche tipiche della nostra zona prealpina possono avere un peso determinate nell’affinamento».
Di una cosa Zufferli è certo: a dare più «gusto» al vino «sarà anche la narrazione che può aggiungere un territorio splendido dal punto di vista naturalistico e ricchissimo di storie, leggende e di fascino». Per le bottiglie prodotte nelle Valli del Natisone, che saranno di alta qualità e di conseguenza di un prezzo importante, tra i 30 e i 50 euro l’una, il progetto prevede una distribuzione nelle enoteche e nella ristorazione di alto livello, ma anche e soprattutto di portare clienti e intenditori a fare dei tour enogastronomici, naturalistici e storici nelle Valli del Natisone per conoscere il “terroire” di questo nuovo parente dello Champagne. Per questo, oltre alla valorizzazione della cantine storiche della famiglia, a Drenchia Superiore e Canalaz (dove si intende valorizzare anche lo storico castagno, il più grande e tra i più antichi del Friuli), Zufferli ha intenzione di aprire uno show room e un punto di degustazione a Ponte San Quirino che possa essere un punto di partenza per conoscere e scoprire le Valli del Natisone.
«Auspico che questo mio progetto possa attivare molte sinergie con chi già opera per valorizzare il nostro territorio – spiega Zufferli – e dia il coraggio ad altri, soprattutto ai giovani, di credere e di investire nei valori della propria terra. Penso ad un progetto di cantine diffuse, dove si affinano vini di alta qualità dal carattere forte e originale la cui degustazione si sposi con la riscoperta della ricchezza e della bellezza delle Valli del Natisone, ma un domani ampliabile a tutta la fascia confinaria delle Alpi Giulie». (Roberto Pensa)
dal dom
𝐏𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐫𝐮𝐛𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐨𝐦𝐦𝐞𝐥𝐢𝐞𝐫 - 𝐕𝐞𝐫𝐝𝐮𝐳𝐳𝐨 𝐟𝐫𝐢𝐮𝐥𝐚𝐧𝐨
Erano tutti in posa, pronti per la foto di gruppo che avrebbe ricordato loro una bella giornata di svago e relax trascorsa sulla sponda de...