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PER FARE UN PRATO
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immagine fatta con AI |
Un trifoglio, un’ape e un sogno
EMILY DICKINSON
PER FARE UN PRATO
Per fare un prato bastano
un trifoglio, un'ape,
un trifoglio, un'ape
e un sogno.
Può bastare il sogno
se le api sono poche.
(da Poesie, 1896)
.
Un trifoglio e un'ape e un sogno: un prato del New England è bell'e servito da Emily Dickinson. Certo, i primi due elementi sono di facile reperibilità in natura, e sono il segreto del ciclo vitale con l'impollinazione - una collaborazione che è il perno dell'ecosistema. Il terzo elemento, il sogno, la capacità visionaria, l'immaginazione, sono ciò che consente alla fantasia di volare e di cogliere il lato poetico, letterariamente romantico.
DA "IL CANTO DELLE SIRENE"
.
In Friuli un quarto popolazione senza medico di base
In Friuli Venezia Giulia un quarto della popolazione non ha il medico di base. All’appello, in tutta la Regione, ne mancano 180: 55 nella sola Destra Tagliamento. Numeri allarmanti che mettono in luce le fragilità di un sistema sanitario per il quale, da tempo, è in atto una profonda trasformazione. E pensare che l’Italia, dopo la Svezia, è il Paese che sforna il maggior numero di specialisti della salute. Dottori che, però, coltivano la loro professione all’estero.
Oggi a Pordenone, nel corso della giornata del medico e dell’odontoiatra, l’ordine professionale ha voluto omaggiare i professionisti che in medicina si sono laureati 50 anni fa e chi, da poco, si è avviato a questa professione. Come Paola, 25 anni, che oggi ha letto il giuramento d’Ippocrate.https://www.ilfriuli.it/cronaca/sanita-in-regione-un-quarto-dei-residenti-non-ha-il-medico-di-base/
Non dimentichiamo Ilaria e Milan
La posa di un mazzo di fiori nei pressi del cartello posto a memoria del loro sacrificio è stato il momento culminante della cerimonia in cui sono stati ricordati all’esterno del municipio di Ronchi la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin nel trentunesimo anniversario del loro omicidio, avvenuto in Somalia nel 1994. Ad organizzare l’evento commemorativo sono stati, in collaborazione col Comune ronchese, realtà come Articolo 21, Fondazione Luchetta Ota D’Angelo, Assostampa e Leali delle Notizie.
Il memoriale dedicato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si trova proprio accanto alla panchina gialla posizionata per non spegnere i riflettori su un altro omicidio che sconvolse l’Italia, quello del ricercatore di Fiumicello Giulio Regeni, avvenuto nel 2016 in Egitto.
fonte https://www.ilfriuli.it/cronaca/ronchi-un-mazzo-di-fiori-a-ricordo-di-ilaria-alpi-e-miran-hrovatin/
21 marzo giornata mondiale dela poesia
Perchè il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia è presto spiegato in quanto questa data coincide nell'emisfero settentrionale (da qui forse un appunto critico di quanti vivono nella parte meridionale del pianeta) con l'inizio della primavera, vale a dire la stagione ritenuta più “poetica” dell'anno solare.
HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO
L’amore davanti alla prova del tempo.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Eugenio Montale
GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA
Si celebra ogni 22 marzo. Le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l'Assemblea generale e alla promozione di attività concrete all'interno dei loro Paesi. Con la coordinazione del dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite, il giorno internazionale dell'acqua 2005 determinò l'inizio di un secondo decennio internazionale delle Nazioni Unite dedicato all'azione per l'acqua.
In aggiunta agli stati membri, una serie di organizzazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l'acqua come un momento per attirare l'attenzione del pubblico sulla critica questione dell'acqua nella nostra era, con un occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Ogni tre anni dal 1997, per esempio, il "Consiglio mondiale sull'acqua" ha coinvolto migliaia di persone nel World Water Forum durante la settimana in cui cadeva il giorno internazionale dell'acqua. Le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative hanno messo in luce il fatto che un miliardo di persone non hanno accesso all'acqua pulita, e che la struttura patriarcale, dominante in certi Paesi, determina la priorità nella fruizione dell'acqua disponibile.wikipedia
L'acqua non è infinita,non sprechiamola!
Vecchia cartolina della Benecia
PERCHE' I GIOVANI MIGRANO
FONTE dom
Centomila zainetti di ghiaccio… Di ghiaccio perché migrano, i nostri neo-diplomati e neo-laureati, in genere i nostri giovani, di preferenza verso Nord, verso i Paesi freddi, oltre che da altre parti. Un dato oggettivo che, diversamente da altri che descrivono qualche realtà sociale ed economica, sembra abbastanza facile da comprendere.
D’altra parte, come diceva un famoso accademico, la cosa più difficile per un economista è «alzare lo sguardo dalle tabelle, e, una buona volta, guardare la realtà». Che oggi significa carenza di buoni posti di lavoro, e quindi di aziende, attività, imprese che siano in grado di creare valore, e di offrire tali prospettive in termini di occupazione, crescita professionale, stipendio.
Da una parte siamo il Paese delle «Big Company»,multinazionali «smaterializzate» che pagano tasse da qualche altra parte, che delocalizzano, che occupano funzioni (a volte in modo parassitario) una volta gestiti in regime pubblico (es. poste, trasporti,comunicazioni, telefonia, informazione, sanità e molti altri).
Da un’altra, siamo il Paese delle micro imprese, delle imprese individuali e familiari, delle Pmi «migliori al mondo», dei «distretti» che vengono studiati «anche in Giappone», ecc. ma che nel tempo si rivelano essere deboli, troppo deboli per trasformarsi in aziende strutturate, per crescere, per superare la soglia del passaggio generazionale, semplicemente per innovare e per investire. Manca invece uno strato di aziende sufficientemente avviate e capitalizzate, capaci di perseguire strategie, di investire in «Research & development ». E questo per interi settori dell’economia (a parte qualche caso di eccellenza nel manifatturiero).
È evidente, in Italia – 4ª o 5ª potenza industriale del mondo – le aziende non crescono, spesso restano allo stato di attività «invisibili », anche al fisco, a volte diventano «terzisti» che dipendono da committenti collocati in altri paesi (spesso appunto in Nord Europa); spesso restano allo stato di attività artigianali, che si nascondono dietro l’alibi della «creatività», della capacità di inventare, che invece sopravvivono grazie a una favorevole condizione che si è consolidata nel tempo, che deriva da un mix di ricerca di consenso, opportunismo, e incapacità di crescere.
Una situazione che significa normative favorevoli, spesso atteggiamenti accondiscendenti, flat tax, rottamazioni di rottamazioni, condoni e concordati, che si combinano a una capacità camaleontica – che si è affinata in quel contesto di giungla normativa – di mimetizzarsi tra le mille difficoltà quotidiane. Una situazione che permette alle stesse di continuare a sopravvivere, ma che significa anche una sorta di concorrenza sleale rispetto alle imprese strutturate: è evidente che a molti «conviene» non crescere, non investire, continuare a pagare un fisso che mette al sicuro dagli accertamenti, piuttosto che investire in innovazioni, o creare una struttura organizzativa che però genera «costi fissi» sempre più pesanti.
Così nella manifattura, nelle costruzioni, nei servizi, per appalti e sub-appalti pubblici, nelle manutenzioni, negli studi professionali, nelle officine, nelle attività bancarie e assicurative, nella consulenza; così soprattutto nelle attività ad «alta intensità di cultura», di conoscenza, di capacità umane e relazionali, dell’ospitalità, del turismo – essenziali per «traghettare» verso il post industriale: la micro impresa turistica, il tipico albergo a conduzione familiare, non investe su se stessa, sfrutta le stagionalità, assume personale occasionale, non considera le nuove opportunità, le evoluzioni del mercato, i nuovi gusti, le nuove attività. Certamente è apprezzata perché riesce a garantire straordinari livelli di qualità (seppure sempre agli stessi clienti), per es. personalizzando il servizio, mantenendo costi limitati (grazie a mille espedienti), ma resta una piccola impresa, che non fa promozione, che sa solo sfruttare le circostanze, cioè l’avviamento indotto da bellezze naturali e risorse culturali, senza produrre molto valore aggiunto.
Il giovane neo-diplomato o neo-laureato invece ha bisogno di prospettive: il primo impiego è quello che segna una carriera, perché introduce in un mondo di opportunità – al contrario il piccolo albergo, il ristorante a conduzione familiare, il laboratorio artigianale, il negozio posizionato ai limiti della Ztl, non assumono, se non i parenti del titolare, o qualche stagionale.
Il nostro giovane invece vuole imparare un mestiere, vuole essere inserito in un sistema di conoscenze, di corsi di aggiornamento, di esperienze internazionali, per costruire un curriculum. Una situazione che deriva da evoluzioni storiche ma che significa anche un corto circuito etico- economico: i titolari della micro impresa, che resiste tra mille difficoltà, continuano a ritenersi ingiustamente trattati, e anche perseguitati da burocrazia tiranna, dall’«Europa» che inventa leggi assurde, dal fisco che colpisce alla cieca… Così finiscono per ritrovarsi in una realtà sempre più difficile, che non riescono a comprendere, e nello stesso tempo si ritrovano nell’incapacità di svolgere certe funzioni (di strategia, di conoscenza, di innovazione ecc.), che garantiscono la stabilità e la crescita di tutto il sistema, la produzione di nuovo valore, la creazione di buoni posti di lavoro. Un circuito vizioso, una vera emergenza, un segno del declino di cui molti parlano, che finisce per degenerare in atteggiamenti che è fin troppo facile definire come populistici, che prima o poi, prima che invecchino anche i nostri giovani, sarà necessario affrontare.
Igor Jelen
BENVENUTA PRIMAVERA/DOBRODOŠLA POMLAD






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