Si è da poco concluso l'ultimo incontro di questa edizione del Premio Hemingway 2025, in attesa della cerimonia di premiazione delle 20.30. La protagonista è stata Cecilia Sala, intervistata da Alberto Garlini., vincitrice per la sezione “Testimone del nostro tempo” per il coraggio con cui raccoglie e racconta storie da contesti difficili, spesso invisibili

La sua voce, come ha sottolineato Donatella Pasquin, dà spazio a chi non riesce a farsi sentire. Le sue storie sono notizie di prima mano, raccolte sul campo, che dal particolare ci aiutano a comprendere l'attualità 


La rivoluzione politica non è arrivata – ha detto – ma quella culturale sì. «Nel mio ultimo viaggio, a dicembre, l’impatto visivo nelle città era completamente diverso. Quelle che portavano il velo solo per paura hanno smesso. E sono troppe perché possano arrestarle tutte» 

E ancora: «L’Iran è una società molto più complessa di come ce la immaginiamo. Le donne guidano aerei, studiano, lavorano. Non si sono occidentalizzate: sono ciò che sono per la loro storia». L’Iran affonda infatti le sue radici nell’antica civiltà persiana, che fu per secoli un centro avanzatissimo di cultura, scienza e arte, influenzando il mondo islamico e oltre. Questa complessità culturale e storica convive oggi con le contraddizioni di un regime autoritario, rendendo ancora più evidente il contrasto tra passato e presente.
Sala ha parlato anche di noi, dell’Europa. Di come, agli occhi di molti che incontra nei suoi viaggi, sembriamo “pezzi da museo”: «Viviamo nel luogo più ricco e sicuro del mondo. Da noi la storia sembra finita, nonostante anche noi abbiamo i nostri problemi. Ma per chi non ha ancora conquistato la libertà, ogni giorno è una domanda su quanto valga davvero la propria vita» 

Per Cecilia, il punto è tutto qui: «Le persone che intervisto non mi devono nulla. Quando scelgono di raccontarti la loro storia, ti stanno facendo un regalo. E io ho la responsabilità di proteggerle. Non ho mai evitato una storia perché troppo dura. più è forte una storia, più il linguaggio deve essere delicato, e mai sensazionalista».
très bon dimanche Olga gros bisous
RispondiEliminadésolée j' ai pas eu la traduction pour ton article
RispondiEliminaLa maggior parte della popolazione iraniana è persiana. La Persia era un paese potente! Omar Khayyam è un famoso studioso, filosofo e poeta persiano dell'XI secolo.
RispondiEliminaGrazie del commento Irina.
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RispondiEliminaBell'articolo!
RispondiEliminaOlga, grazie per averci parlato dei nuovi libri.
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